Un tavolo tecnico per diminuire i miasmi di via Salaria, mentre i vertici AMA rievocano la conversione dei TMB
Si è tenuto la scorsa settimana, un nuovo incontro tra Comune, Municipio, esponenti del comitato Villa Spada e del comitato spontaneo. Un tavolo tecnico che ha le sue radici nell’incontro di alcuni mesi fa, quando il comitato spontaneo iniziava a interlocuire con l’Assessore all’Ambiente Estella Marino.
Adriano Travaglia del comitato spontaneo, ha dichiarato che i tecnici stanno studiando un modello matematico per migliorare la situazione dei miasmi, con una collaborazione a comunicare il posto e gli orari con una cadenza quindicinale, in vista della chiusura del TMB.
In attesa del piano industriale AMA che si inizierà a discutere nel giugno 2014, a seguito dell’ultimo piano approvato nel 2004, le dichiarazioni della società vertono su due punti: aumento della differenziata e trasformazione dei quattro impianti TMB.
Entro fine anno la raccolta differenziata sarà estesa a cinque nuovi municipi, con una conseguente diminuzione dei rifiuti negli impianti TMB e con buone speranze per via Salaria.
In un’intervista all’agenzia Dire, il presidente AMA, Daniele Fortini ha dichiarato: «C’é bisogno di un’altra dotazione impiantistica per sostenere la raccolta differenziata e l’obiettivo del recupero di materia, non più i TMB». L’obiettivo è riconvertire alla produzione di CSS (combustibile solido secondario) dalla attuale produzione di CDR (combustibile derivato dal rifiuto) i quattro TMB della Capitale. Il CSS può essere infatti conferito, ad esempio in cementifici, al fine dell’incenerimento e della produzione di energia.
Durante l’incontro fra Comitati e Comune si è parlato anche del CSS come una versione più evoluta del CDR e perciò un’evoluzione del trattamento dei rifiuti.
Nino D’Aloiso del comitato Villa Spada, in merito dichiara che lo scopo è quello di chiudere l’impianto, mentre Travaglia conclude: «Noi continueremo a lottare finché qui si continueranno a fare lavorazioni dannose alla salute. Noi diciamo sempre, la politica ce lo ha messo, la politica lo deve togliere».