Carteinregola chiede maggiore trasparenza nella gestione e nell’affidamento dei Punti Verdi Qualità
Sono i Punti Verdi Qualità (PVQ), un nodo gordiano che dal Comune tocca le aree verdi dei nostri territori influenzando anche la qualità della vita dei cittadini. Nati nel 1995 avevano l’obiettivo di creare spazi ludico-sportivi in aree dismesse e degradate delle periferie romane. L’idea era affidare queste aree per farne centri sportivi e di intrattenimento sociale, con concessioni gratuite del Campidoglio ad imprese private di aree verdi per 33 anni, con garanzia fideiussoria del Comune per complessivi 600 milioni di euro.
Di questo esperimento pubblico-privato quasi ventennale, vennero varati 76 progetti e ad oggi, secondo l’associazione Carteinregola, solo sedici progetti sono terminati, gli altri sono rimasti aperti oppure sono stati abbandonati.
L’associazione Carteinregola e Cittadinanzattiva Lazio ha chiesto di verificare tutte le concessioni e i comodati d’uso di beni pubblici affidati dall’amministrazione a privati e di metterli on line per una massima trasparenza, soprattutto dopo l’istituzione dell’ennesimo ufficio di scopo, con un nuovo ordinamento degli uffici che separa, nell’ambito del Dipartimento Tutela Ambientale, la gestione del verde pubblico da quella dei Punti Verde.
Nel municipio, uno dei Punti Verde Qualità è quello della Bufalotta, inaugurato nell’ottobre 2007, con uno spazio di circa 70mila metri quadrati che ospita diversi tipi di strutture. Dal 2012 ad oggi è gestito dal Comune di Roma, precisamente dal dipartimento Ambiente, a seguito di un ripianamento dei debiti costato più di 10milioni di euro.
La gestione diretta tuttavia viene sancita solo per Prati Verdi della Bufalotta, mentre la società Maximo gestisce la palestra, dove dal 31 marzo risultano scaduti i contratti di lavoro di alcuni dipendenti, con il rischio per le attività e i posti di lavoro.