Emergenza abitativa nel III municipio
I Movimenti per l’abitare pongono la questione dell’alloggio. Come affronta il III municipio questa emergenza?
Alloggio: una delle parole chiave di queste settimane, sopratutto dopo la manifestazione a Roma di sabato 19 ottobre e dell’occupazione lampo in via Val D’Ala 200. Un’occupazione criticata dal presidente del Consiglio del III Municipio Riccardo Corbucci: «La mia idea è che vada rispettata la legalità. Non è possibile risolvere un’emergenza reale con degli atti illegali». Ed ha aggiunto: «Spesso l’emergenza abitativa e l’emergenza di spazi culturali sono andati di pari passo per giustificare le occupazioni, ma son due cose completamente diverse».
L’emergenza abitativa riguarda un crescente numero di famiglie. L’associazione Mamre sottolinea come il rincaro dell’affitto delle case degli enti previdenziali privatizzati mette in difficoltà molti nuclei anche del municipio. Gli istituti di credito e assicurativi avevano l’obbligo di dotarsi di un patrimonio immobiliare e in questi ultimi sono stati privatizzati, rimodulando i prezzi degli affitti ed avviando la dismissione degli appartamenti a prezzi di mercato.
Dal 2009 ad oggi secondo l’assessore alle politiche sociali Eleonora Di Maggio il numero delle richieste del contributo per la casa è aumentato: «La questione dell’alloggio è una vera e propria emergenza del municipio. Inoltre ci sono famiglie italiane che vivono in mezzo la strada, negli accampamenti del nostro municipio in condizioni non possibili». A fronte di questo problema il presidente Marchionne ha dichiarato che municipio, associazioni e parrocchie si stanno coordinando per monitorare la situazione dell’Aniene. «Ci troviamo nei mesi più difficili del nostro mandato perché attendiamo l’approvazione del bilancio, e al momento non abbiamo a disposizione risorse finanziarie».
Marchionne conclude: « Sul fronte delle case degli inquilini degli enti previdenziali stiamo chiedendo una fotografia certa di quanti di quei nuclei familiari si sono rivolti in questi mesi ai nostri servizi sociali per la richiesta di un sussidio, per poi intraprendere una azione più decisa».