I ragazzi del Lab Puzzle si confrontano per affrontare le riforme del mercato del lavoro e supportare i giovani che si rivolgono allo sportello CLAP
Nuovi dati ISTAT rivelano una disoccupazione del 46% fra i giovani fra i 15 e i 25 anni. In questo contesto in cui molti ragazzi non studiano e non lavorano, bisognava dare una sferzata per garantire nuova occupazione ed è stato lanciato il “job act”. Di questi cambiamenti se ne è discusso il 18 giugno presso il LAB Puzzle di via Monte Meta, insieme all’avvocato della camera del lavoro autonomo e precario, Alessandro Brunetti, e alla ricercatrice, Maurizia Russo Spena.
Un modo per spiegare ai giovani presenti le modifiche del mercato del lavoro con il decreto Poletti e il disegno di legge in discussione al Senato.
L’avvocato Brunetti afferma che «il Decreto Poletti rende così appetibile e accessibile il contratto a termine da renderlo preferibile a qualsiasi altra forma di contratto ». Secondo il ministero del Lavoro nel primo trimestre 2014 sono cresciuti solo i contratti di lavoro a tempo determinato.
«Con il decreto Poletti, – prosegue Brunetti – ad oggi, si può assumere a tempo determinato senza indicare una causale e nell’arco di 36 mesi si può stipulare quanti rinnovi possibili. Questo continuo rinnovo è un ricatto verso il lavoratore, che nel caso si opponga alla politica lavorativa non vedrà rinnovato il suo contratto».
Modifiche anche sul contratto di apprendistato, che riguarda i giovani fino a 29 anni, in cui era previsto un contratto di scambio: formazione per il dipendente e sgravi per il datore. Con le nuove norme l’obbligo della formazione viene sminuito, infatti prima della legge Poletti era possibile chiedere un’assunzione a tempo intederminato in mancanza di formazione, oggi in caso di mancata formazione il tutto si risolve con una sanzione pecuniaria. Brunetti afferma: «Si lascia l’impianto di norme ma se ne svuota il senso».